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    Dott. Gabriele Solari
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    Concetto di disfunzione osteopatica

    Gabriele Solari Disfunzione Osteopatica

    In osteopatia, la malattia altro non è che il risultato del disequilibrio anatomico (struttura) seguito da disequilibri fisiologici (funzione).

    Da un punto di vista pratico questo porta alla definizione del concetto di disfunzione osteopatica, che ancora una volta trova la sua ragion d’essere nel concetto anche filosofico che “vita è movimento”, ovvero: ogni restrizione di mobilità nella fisiologia (perdita di movimento) di qualunque tessuto del corpo porta alla perturbazione dell’autoregolazione e in seguito ad una degradazione della funzione e della struttura stessa. Si parla di lesione osteopatica quando si ha una perdita di mobilità a carico di una articolazione e in osteopatia, il termine di articolazione viene esteso anche alle suture del cranio ed ai legamenti che collegano tra loro i visceri con le strutture circostanti.

    Le disfunzioni osteopatiche sono distinte in primarie (da dove origina il meccanismo lesionale) e secondarie (tentativi del corpo di compensare le tensioni muscolari create dalle lesioni primarie). La cosa più importante è trovare e trattare la lesione primaria, anche se non si devono trascurare le secondarie.

    Tutte le lesioni osteopatiche comportano tensioni muscolari anomale nella regione circostante all’articolazione interessata, dato che i muscoli sono motori dell’articolazione. Spesso queste tensioni interessano piccoli muscoli e la persona non se ne rende conto, ma dato che il corpo non può funzionare in maniera efficace, se esiste una situazione di questo tipo, cerca di trovare dei compensi a livello delle articolazioni e dei gruppi muscolari (meccanismo lesionale di compenso).

    Un esempio: in seguito ad una distorsione di una caviglia, anche lieve, si può avere una disfunzione osteopatica a livello di alcune ossa del piede; questo porterà ad una tensione anomala di alcuni muscoli della gamba ed un diverso appoggio del piede a terra; il resto del corpo si adatta a questo cambiamento nel tentativo di ristabilire un corretto appoggio del piede a terra ed allentare le tensioni muscolari che si sono create e lo fa a partire dal ginocchio, poi sull’anca e sulla colonna vertebrale sino alla testa.

    Tutto questo perché il corpo cerca sempre una situazione di comfort e di risparmio di energia.